domenica 1 novembre 2009

Matrix : 10 Lune per un TN (prima parte)



di Alberto Crescitelli


RELAZIONE PRESENTATA AL VIII CONVEGNO DI STUDI ASTROLOGICI DI RICERCA90 VICO EQUENSE, 1-2-3 GIUGNO 2001






Kalalam tv eka-ratrena Panca-ratrena budbudam
Dasahena tu karkandhuh Pesy andam vatatah param
Masena tu siro dvabhyam Bahv-angrya-ady-anga-vigrahah
Nakha-lomasthi-carmani Linga-cchdrodbhavas tribhi

"La prima notte si attua la fusione del seme con l'ovulo, e la quinta notte il risultato di questa fusione germina in una bolla. La decima notte essa si sviluppa e prende la forma di una prugna, quindi si trasforma gradualmente in un piccolo ammasso di carne… In un mese si forma la testa e in due mesi prendono forma le mani, i piedi e le altre parti del corpo. Alla fine del terzo mese appaiono le dita delle mani e dei piedi, le unghie, i peli, le ossa e la pelle, e insieme gli organi genitali e gli altri orifizi del corpo, cioè gli occhi, le narici, gli orecchi, la bocca e l'ano"

Bhagavata Purana, III,3,3



Verso la fine degli anni '70 sia in Europa che in America nacquero le prime ricerche sulle esperienze perinatali connesse ai fenomeni biologici implicati nel processo della nascita. Fu in quel periodo che lo psicoterapeuta Stanislav Grof - grazie ad accurate osservazioni sugli stati regressivi indotti - pubblicò una sorta di cartografia dell'inconscio1 che abbraccia, appunto, anche il campo delle esperienze perinatali. Lo stesso avveniva in Italia, grazie agli studi pionieristici di Nicola Peluffo, professore di Psicologia Dinamica all'Università di Torino; anch'egli, nello stesso periodo, ipotizzò l'esistenza di una complessa vita psichica intrauterina.2
Sostanzialmente le ricerche di Grof abbracciano tre ambiti principali: il campo delle esperienze psicodinamiche associate ad eventi della vita passata e presente di una persona, il campo delle esperienze transpersonali che vanno oltre i confini individuali, e quello delle esperienze perinatali. Le conclusioni cui giunge in merito a queste ultime, in parte ci riconducono anche alle esperienze e ai notevoli interessi di Jung riguardo allo stato della coscienza dell'anima dopo la morte: Grof, infatti, definisce l'esperienza perinatale come una mescolanza di trepidazioni emotive che appartengono sia alla nascita sia alla morte...

La serena beatitudine dell'esistenza nel grembo materno in primitiva unione con la madre e le perturbazioni di questo stato pacifico per opera di sostanze chimiche tossiche e di contrazioni muscolari; la condizione “senza uscita” della prima fase del parto allorché il collo dell'utero è ancora chiuso mentre le contrazioni uterine creano una situazione claustrofobica accompagnata da un intenso disagio fisico… la propulsione attraverso il canale del parto implicante una lotta enorme per la sopravvivenza e, infine, l'improvviso sollievo e rilassamento: il primo respiro e il taglio del cordone ombelicale!"

L' episodio perinatale è così individuato come il piano della consapevolezza - anche se inconscia - sia della nascita sia della morte, in grado di esercitare un'influenza cruciale sulla nostra vita emotiva e mentale. “Nascita e morte” scrive Grof, “pare siano l'alfa e l'omega dell'esistenza umana, e ogni sistema psicologico che non le includa è destinato a restare superficiale e incompleto”. Oggi, alla luce di ancor più recenti ricerche, la “storia” embrionale e fetale dell'essere umano è terreno fertile per importanti studi. Manuela Tartari a proposito della vita intrauterina scrive: “è una memoria prepsichica che contiene le tracce di eventi perturbatori. Quando lo sviluppo renderà possibile una trasformazione mentale di tutto questo, vi saranno dei nuclei inconsci di rappresentazioni e affetti che ercano di elaborare le perturbazioni subite, ovvero di darle una forma”.3 E Alessandra Piontelli, dell'Infant Observation - centro di studio delle registrazioni ecografiche - scrive: “Le mie ricerche hanno messo in luce un'importante continuità in taluni aspetti della vita pre e post natale. Ciascun feto ha delle caratteristiche individuali di sviluppo che proseguono nella vita post natale... Ciascun feto osservato era diverso nella sua personalità... tanto che si percepivano già come bambini con temperamenti così differenziati da consentire delle previsioni sul loro futuro4”.

A queste grandi verità naturalmente erano giunti anche gli antichi. Vyasadeva, il maggiore compilatore della letteratura vedica, nel suo Bhagavata Purana dedicò all'argomento una lunga sezione, descrivendo con incredibile limpidezza gli stati di coscienza e le emozioni dell'anima che sperimenta, in dieci lunazioni, la metempsicosi. Mentre il punto di vista dell'astrologia classica approccia la questione invitando a rivolgere la nostra attenzione alla dimensione statica e atemporale della mappa celeste eretta per il momento e il luogo del concepimento:

L'inizio della vita dell'uomo è, conforme a natura, l'istante in cui viene concepita, ma di fatto, è accidentalmente, il momento del parto. Quando per caso o anche per osservazione ci è dato conoscere il tempo esatto del concepimento, per pronosticare le particolari caratteristiche del corpo e dello spirito sarà bene riferirci ad esso, analizzando l'influenza attiva degli aspetti dei corpi celesti in quel periodo.

Tetrabiblos, III,2,1

Esperienza rara anche ai tempi di Tolomeo, quella di conoscere l'ora e il giorno del proprio o altrui concepimento! Un'antica tecnica (utilizzata sostanzialmente per la rettifica dell'ora di nascita) attribuita a Ermete, la Trutina Hermetis, asserisce che l'Ascendente o il Discendente del tema di nascita indicano la posizione della Luna al momento del concepimento - calcolata grazie al cosiddetto giorno Alfa, 273 giorni indietro rispetto al giorno di nascita - mentre la posizione della Luna a seconda che sia crescente o calante (sempre nel tema di nascita), indica la posizione dell'Ascendente o del Discendente al momento del concepimento.5
Non vi sono dubbi che il metodo della Trutina grazie all'individuazione del giorno Alfa, offra la possibilità di intravedere lo stato celeste generale del concepimento, e pertanto è già non poca cosa. Mentre per l'asserzione necessariamente dogmatica - ossia che esso riveli con certezza l'Ascendente del concepimento - è altrettanto indispensabile un atteggiamento critico, poiché in merito è stata prodotta pochissima letteratura e sperimentazione pratica.
Va da sé che quando tentiamo d'individuare con precisione le interrelazioni tra la Matrice Celeste e quella terrestre, nella stragrande maggioranza dei casi incontriamo grandi difficoltà e poche certezze; e l'impressione oggettiva che scaturisce ogniqualvolta ci sforziamo di determinare “giorno e ora del concepimento” è che essi rimangono tuttavia sfuggenti… salvo qualche raro caso, in cui è effettivamente noto il giorno e l'ora del rapporto sessuale. Ma sfortunatamente - dulcis in fundo - anche quest'ultimo non coincide quasi mai con il concepimento vero e proprio!
Degno di grande attenzione però, è il fatto che nonostante l'importanza oroscopica obiettiva dell'attimo del concepimento, l'astrologia genetliaca si è sviluppata nei millenni sostanzialmente sui dati temporali e spaziali della nascita:


Se invece, come più sovente accade, non si conosce il tempo preciso del concepimento, bisognerà partire da quello della nascita, pure importantissima e secondaria solo al concepimento, giacché esso permette di conoscere anche gli eventi anteriori alla nascita stessa. Anche se si può definire l'una origine primaria e l'altra origine secondaria, solo in relazione al tempo l'importanza della nascita è secondaria, ma nella sostanza essa è pari e anzi maggiore rispetto al concepimento: questo può essere inteso abbastanza giustamente come genesi del seme umano, quella dell'uomo. La creatura al momento della nascita infatti acquisisce molti elementi che prima nel ventre della madre non aveva, i caratteri tipici della sola natura umana, come la posizione eretta del corpo.

Tetrabiblos, III,2,3


Possiamo dunque concludere che nello sviluppo filologico del linguaggio astrale gli astrologi hanno legittimamente evitato d'imperniare gli assunti fondamentali della disciplina sull'attimo del concepimento… vista l'impossibilità di accertarlo con sicurezza, giacché l'unica cosa realmente indubbia è che ogni esperienza fetale possiede le proprie e “originali” dinamiche. Natura vuole, insomma, che a sé stessa si applichi una certa dose d'indefinito, in quanto è a causa dei nostri sensi “circoscritti” che tutto ciò che noi percepiamo si colora, a conti fatti, d'indeterminazione. Esperienza umana quest'ultima, dalla quale sgorga in verità la conoscenza induttiva, l'approccio filosofico e scientifico di ciò che noi pensiamo del mondo, della vita e… di noi stessi.
A questo punto dobbiamo chiederci se non sia giusto considerare visioni empiriche ben più complesse ed evolute della vita fetale alle quali applicare deduzioni astrologiche, seguendo così le orme di Paracelso. Infatti il valore e l'importanza dell'esperienza prenatale nella sua pienezza, viene riconosciuto in epoca rinascimentale grazie a lui, che su questo fonda uno dei pilastri del proprio pensiero: la dottrina della matrix.
Secondo l'antropologia cosmosofica paracelsiana, l'episodio prenatale è strettamente legato al concetto di matrice, alla donna nella sua totalità e non solo agli organi più strettamente legati alla riproduzione e al nutrimento del feto; individuando così la donna come “centro del mondo”, il più piccolo misteryum magnum.
Nel Paramirium di San Gallo scrive: “bisogna riconoscere e proteggere la microcosma” (con ciò intendeva che gli stessi principi della Creazione agivano nella matrice nel periodo della gestazione), la donna, poiché “le nostre malattie, le nostre afflizioni, la nostra miseria e i nostri mali provengono dalle donne”. E' chiaro che questa asserzione va interpretata da un punto vista strettamente medico, poiché egli si riferisce semplicemente all'ambiente, all'utero e al rapporto con la madre come “possibili” fattori femminili che possono generare malattie (argomenti che in un certo senso anticipano di 400 anni il cammino intuitivo della psicologia analitica!).
Ma gli assiomi cosmosofici di Paracelso, proprio come in una mappa celeste, si dipanano dallo spazio locale per effondersi nell'Universo. Egli scorge in verità tre matrix: la Natura come complesso del mondo materiale, l'umanità in generale (o il livello evolutivo ove la coscienza si manifesta, quello umano) e il “mondo” della donna. La donna nella sua visione incarna quindi “il mondo o la matrix più piccola e più nascosta”, cosa che per i conoscitori del linguaggio ermetico è tutt'altro che “minore”.




“La possibilità di una gravidanza dipende dalla Matrice, senza il suo potere la donna non rimarrebbe incinta e non accoglierebbe il seme dell'uomo. La Matrice non può essere ridotta né a un organo, né all'utero e né alla pelle di una donna: sappiate che parlo delle cose invisibili; giacché chi può affermare di aver visto l'anatomia della Matrice”?

Paramirium, IV,190


Questi tre livelli della matrix possono dunque essere recepiti come una sorta di vasi comunicanti, in cui si muove, vibra l'energia vitale (brahman), la stessa che dà impulso all'Universo in qualità di fattore causale: la magia della matrix corpore “riflette” allora in quei nove mesi (che le occorrono per “esprimere” la forma umana), la sintesi evolutiva della Vita; che è invero cosmica, collettiva e individuata allo stesso tempo...


”Se ci sforziamo di tirare una netta linea di demarcazione tra il materiale psichico da considerarsi personale e il materiale impersonale, ci imbattiamo ben presto nel più grande dilemma, perché per definizione dobbiamo dire della persona ciò che abbiamo detto dei contenuti impersonali, cioè che sono collettivi. Solo per il fatto che la persona è un frammento più o meno arbitrario e causale della psiche collettiva, possiamo cadere nell'errore di considerarla in toto come un elemento individuale”. ..
Carl Gustav Jung


Ma così possenti, come invisibili, le forze dell'Archeo e degli archetipi confondono la pura coscienza dell'anima (il puro Sé, quello che allo stato incondizionato è realmente individuato): essa s'identifica così in una razza e un luogo, con gli organi dei sensi e i ruoli che svolge.

Prakriteh kriamanani Gunaih karmani sarvasah
Ahankara-vimudhatma kartham iti manyate

L'anima, sviata dal falso ego, crede di essere l'autrice delle proprie azioni,
che in realtà sono compiute dalla natura.

B.G. III,27


Ciò significa in altre parole che, per quanto prodotto “raffinato” della natura possa essere la forma umana, essa non è altro che un'espressione impersonale, in quanto realtà frattale dell'Archeo; e soprattutto, che nel periodo della gestazione sono sicuramente osservabili le dinamiche celesti pertinenti alle simbiosi tra la matrix naturae e la matrix corpore, generatrici a loro volta dei frammenti-Es che compongono la psiche collettiva.
Ecco perché ogniqualvolta sottoponiamo ad un'indagine astrologica un tema natale ci chiediamo: “di quale 'spirito' della natura è portatrice, questa persona?”.
Possiamo senz'altro farci ispirare dalla dialettica che scaturisce dalle interazioni planetarie, zodiacali e dei campi, e anche dal presunto tema di concepimento… ma a mio avviso, le dinamiche simbiotiche tra le due Matrici, ovvero le dinamiche celesti che furono in atto per tutto il periodo dello sviluppo embrionale e fetale, possono rivelare particolari in grado di allargare talvolta notevolmente la “prospettiva” astrale... (continua)



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